Sono due gli elementi che distinguono Columbia Threadneedle dalla concorrenza. Innanzitutto, l'approccio bottom-up alla costruzione dei portafogli investment grade e, in secondo luogo, un'enfasi autentica sulla gestione del rischio di ribasso.
Approccio bottom-up
Adottiamo un approccio bottom-up perché riteniamo che scegliere tra 15.000 titoli e oltre 2.000 emittenti nel settore investment grade globale ci offra maggiori possibilità di individuare le anomalie di prezzo e di generare sovraperformance nei portafogli degli investitori, e di farlo in maniera ripetibile. I fattori di rischio top-down che si possono assumere nei portafogli creditizi, come la duration o il rischio di credito complessivo misurato dal beta creditizio, sono fattori di rischio binari. Ciò significa che i rendimenti salgono o scendono, e che gli spread si comprimono o si ampliano. Questi risultati binari complicano molto le cose rispetto alla creazione di alfa attraverso l’identificazione di titoli con anomalie di prezzo a livello bottom-up. Questo processo di individuazione è affidato a un solido team di analisti dediti alla classe di attivi investment grade. Abbiamo 16 analisti a livello globale specializzati nell’IG. Inoltre, la nutrita compagine di analisti high yield è in grado di collaborare con i colleghi IG per fornire approfondimenti e apportare nuove idee ai portafogli. E nel tempo pensiamo che i diversi modi di approcciarsi all’IG consentano di sfruttare ampie opportunità di alfa sui mercati del credito investment grade adottando un approccio bottom-up.
Gestione del rischio di ribasso
Sappiamo che il profilo di rendimento del credito societario è asimmetrico, il che significa che normalmente guadagniamo una cedola molto esigua, pari al 4%-5%, per la quale dobbiamo rischiare 100 punti di capitale. Ciò significa che nel settore investment grade il punto di partenza della sovraperformance è evitare il deterioramento del capitale dovuto al deterioramento del credito, o ai default nei casi estremi, ossia il deterioramento e il declassamento dovuti alla qualità del credito. Anche in questo caso, gestiamo il rischio attraverso i fondamentali. Per ogni titolo che coprono, gli analisti hanno un modello finanziario prospettico di due anni. Calcolano un rating e un piazzamento fondamentali e li applicano agli spread odierni per formulare una raccomandazione. Non solo: calcolano anche un punteggio di rischio. Questo punteggio ci dice qualcosa di fondamentale sulla stabilità dei modelli di business, quindi sulla stabilità dei ricavi, degli utili e dei flussi di cassa, sulla capacità dei team di gestione di reagire agli eventi esterni e di difendere la qualità del credito. Ora, il nostro punteggio di rischio più elevato, ossia quello dei titoli meno rischiosi, è pari a 1 nel nostro modello, mentre il nostro punteggio di rischio più basso, quindi quello dei titoli più rischiosi, è pari a 4. Quando costruiamo i portafogli vogliamo detenere tutti i titoli “outperform”, ma diamo ponderazioni molto più elevate ai titoli con rischio 1, quelli meno rischiosi, e così facendo puntiamo a rendere strutturale nei portafogli la stabilità del credito e dunque la stabilità fondamentale degli utili, dei flussi di cassa e dei ricavi. Questi sono i due elementi che a mio avviso ci differenziano davvero: l’enfasi sulla selezione bottom-up degli emittenti e dei titoli affidata a un solido team di analisti e l’enfasi sulla gestione del rischio di ribasso attraverso l’attribuzione di punteggi di rischio e l’obiettivo di incorporare nei portafogli la stabilità degli utili e dei fondamentali aziendali.
Perché adottiamo un approccio attivo
Riteniamo che un approccio attivo nei confronti dei titoli investment grade sia particolarmente importante. I benchmark sono sbilanciati verso gli emittenti più indebitati, per cui le società con gli oneri debitori più elevati finiscono col costituire le maggiori ponderazioni dei benchmark. Naturalmente ciò significa che i benchmark risentiranno di eventuali declassamenti o default.Evitare questo tipo di deterioramento e di perdite può dunque essere una strategia molto proficua per creare valore nel credito societario. Inoltre, con un approccio bottom-up possiamo generare un livello più elevato di alfa positivo. I mercati investment grade sono veramente globali, per cui le società emettono in dollari, euro, sterline, dollari canadesi, yen, dollari australiani, franchi svizzeri e così via. Quando costruiamo un portafoglio, vogliamo detenere tutti gli emittenti che i nostri analisti hanno identificato come quelli che offrono un buon valore relativo. Ma possiamo costruire queste posizioni nel mercato più conveniente a disposizione, e sappiamo che nel tempo mercati diversi prezzeranno lo stesso emittente con lo stesso rischio di default e lo stesso rischio di declassamento in modi diversi. Ragion per cui riteniamo che la costruzione bottom-up dei portafogli creditizi, la corretta selezione degli emittenti, ma anche la corretta selezione dei titoli in tutti i mercati globali, possano nel tempo creare un valore significativo per il vostro portafoglio creditizio.